Nel 1849 La Maddalena vive un altro importante periodo storico. Giuseppe Garibaldi, infatti, arriva esule per un breve periodo, accolto dalla famiglia dell’amico Antonio Susini. Vi ritornò poi nel 1855 decidendo di fermarsi a Caprera dive costruì la sua casa.
Qui creò un’azienda di modeste dimensioni, ma autosufficiente per sostenere una piccola comunità e riuscì a trasformare l’isola impiantandovi vigneti, oliveti, frutteti e agrumeti (ancora oggi presenti), allevando bestiame e divenendo anche apicoltore.
In questa atmosfera egli visse per 26 anni, fino alla sua morte (2 Giugno 1882).
Il Compendio Garibaldino è oggi composto da un insieme di edifici e aree, un tempo di proprietà della famiglia del Genarale, cedute allo Stato e rese fruibili dal 1978, dopo una serie di interventi di restauro.
Intorno al cortile in cui si erge il pino piantato da Garibalbi per la nascita della figlia Clelia, si affacciano tutte le costruzoni in cui l’Eroe trascorse gli ultimi anni di vita.
In un sito appartato si trovano le tombe di famiglia: nonostante la sua volontà di essere cremato, un masso di granito grezzo oggi conserva il corpo imbalsamato di Garibaldi.